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Come cambierà la nostra tavola con la siccità di questa estate?

Quest’estate, la siccità e le ondate di caldo alimentate dai cambiamenti climatici hanno messo a dura prova l’approvvigionamento alimentare in tutta Europa.

L’Europa sta soffrendo la peggiore siccità degli ultimi 500 anni, afferma l’Osservatorio europeo, una crisi idrica che mette in grande difficoltà non solo gli approvvigionamenti di acqua per l’agricoltura, ma anche tanti altri settori economici, dalla produzione di energia elettrica, al traffico commerciale fluviale, dalle coltivazioni ittiche al turismo tra gli altri.

Nella Pianura Padana, le perdite di raccolto del riso sono mediamente superiori al 30%, ma solo tra qualche settimana si potrà avere una completa mappatura dei danni. L’irrigazione, sia pure pesantemente ridotta, si avvia infatti verso una certa regolarità, mentre si cerca di recuperare quanto più raccolto possibile in una situazione di eccezionale calamità.

In Francia, la siccità senza precedenti di quest’anno  ha costretto i produttori di vino a iniziare a raccogliere l’uva in grande anticipo.

In Spagna, la siccità ha colpito duramente il raccolto di olive spagnole, nella provincia di Jaén, sede di un quinto della fornitura mondiale di olio di oliva. Si prevede che il raccolto di olive di Jaén sarà di circa il 50% minore rispetto all’anno precedente. Le stime del governo sulla perdita di reddito al momento ammontano a un miliardo.

Ma la situazione è critica non solo in Europa. Le ondate di caldo hanno colpito i raccolti in India, gli incendi in Tunisia hanno distrutto i campi di grano e le inondazioni in Cina hanno danneggiato quasi 100.000 ettari di colture. Raccolti di alimenti di base come grano, riso, mais e soia sono stati falcidiati in tutto il mondo provocando un aumento dei prezzi. L’aumento dei costi di queste colture chiave ha fatto precipitare le popolazioni in Africa, Asia e Sud America in una grave insicurezza alimentare.

In pratica, con il riscaldamento globale che aumenta la probabilità di condizioni meteorologiche estreme, molti alimenti in tutto il pianeta sono destinati a diventare sempre più scarsi.

Il costo delle colture di cereali di base è in forte aumento a causa del cambiamento climatico

Il rapporto IPES Food di maggio ha rilevato che i prezzi del grano hanno raggiunto il picco a marzo e i prezzi del mais hanno raggiunto il prezzo più alto mai registrato.

In uno scenario tra i peggiori, le Nazioni Unite prevedono che i prezzi per il cibo aumenteranno di un ulteriore 8,5% entro il 2027. All’aumento contribuiscono anche i prezzi dei fertilizzanti, sempre più costosi. Secondo l’American Farm Bureau, da settembre 2020 a oggi, sono aumentati del 300%

Secondo recenti ricerche, i cambiamenti climatici rappresentano ora una seria minaccia per la sicurezza alimentare globale. Molti dei prodotti di base che consumiamo quotidianamente diventeranno più costosi. Dai livelli preindustriali, le temperature globali sono aumentate di 1,1°C. Il Gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici (IPCC) ha avvertito che se si raggiunge l’1,5°C, circa l’8% dei terreni agricoli del pianeta diventerà inadatto all’agricoltura.

In pratica? Siccità, ondate di caldo, inondazioni, nuovi parassiti danneggiano coltivazioni e raccolti in molte aree del mondo con conseguenze sulle forniture alimentari e sui prezzi.

La produttività delle colture diminuisce alle temperature più elevate a causa della siccità, della riduzione dell’impollinazione e della fotosintesi sempre più lenta. Quando sono colpite da temperature elevate e dalla siccità, le colture diventano più suscettibili agli attacchi di insetti e parassiti.

Il cambiamento climatico incide anche sugli allevamenti e sulla pesca

E non solo l’agricoltura. I cambiamenti climatici incidono pesantemente anche sugli allevamenti e sulla pesca.

Gli alimenti di base sono anche colpiti da nuovi parassiti e agenti patogeni. Negli Stati Uniti quest’anno, l’influenza aviaria ha causato un aumento di quasi il 300% del prezzo delle uova.

Una strage di vongole e cozze ha colpito gli allevamenti del delta del Po e del nord dell’Adriatico.

Il riscaldamento dei mari islandesi sta provocando la migrazione verso nord di merluzzi e capelin, pesci alla base delle diete locali.

Il cambiamento climatico fa aumentare il prezzo del cioccolato, del caffè e del vino

Anche prodotti come caffè, cioccolato e vino sono a forte rischio di aumento.

L’aumento delle temperature nelle regioni di coltivazione del caffè dell’America centrale e meridionale, dell’Indonesia e del Vietnam renderà più difficile la produzione. Negli ultimi anni, in Brasile le coltivazioni di caffè, soprattutto l’arabica, sono state fortemente colpite prima dal freddo record (le peggiori da vent’anni a questa parte) e successivamente dalla forte siccità con un conseguente aumento del prezzo del 70%, secondo il Fondo monetario internazionale.

La maggior parte delle coltivazioni di cacao si trovano in Costa d’Avorio e in Ghana, dove la siccità potrebbe presto rendere l’area inadatta alla coltivazione del raccolto.

I vigneti in California e in Europa sono afflitti da condizioni meteorologiche estreme: gelate fuori stagione, siccità, incendi.

In Francia, la produzione di senape è stata colpita dalla siccità che ha causato la scarsità del condimento. La carenza di senape è legata a un insieme di fattori, tra cui la crisi di approvvigionamento di semi di senape dal Canada da cui proviene l’80% delle 35.000 tonnellate annue utili alla produzione di senape francese. Ma il Canada ha sofferto nell’estate del 2021 di una grave siccità che ha indebolito le colture e, inoltre, ha cominciato a puntare di più sul grano, perché più remunerativo. Di conseguenza, la produzione canadese di semi di senape si è dimezzata dall’inizio del 2022, raggiungendo, secondo i numeri del ministero dell’Agricoltura, le 50.000 tonnellate.

Il consumo di carne potrebbe presto comportare una tassa

La carne potrebbe iniziare a costare di più a causa del suo impatto sui cambiamenti climatici. Il bestiame contribuisce alle emissioni di riscaldamento del pianeta e le foreste e la fauna selvatica vengono distrutte per far posto alla terra per coltivare mangimi. Alcuni governi propongono una tassa sul consumo di carne di manzo, maiale e pollo. Prima della guerra in Ucraina, i ministri dell’agricoltura in Germania e nei Paesi Bassi stavano valutando l’introduzione di una tassa sulla carne.

La ricerca pubblicata sulla Review of Environmental Economics and Policy ha previsto un potenziale aumento dei prezzi dal 35% al ​​56% per la carne bovina, dal 25% per il pollame e dal 19% per l’agnello e il maiale nei paesi ad alto reddito.

È possibile sviluppare piante resistenti al calore per sopravvivere ai cambiamenti climatici?

Gli scienziati delle università statunitensi e cinesi stanno esplorando metodi e tecnologie in grado di  proteggere i raccolti in un mondo in fase di riscaldamento e di aiutare le piante a sopravvivere al caldo estremo nella speranza di mantenere le scorte alimentari globali.

Ma i ricercatori dell’IPES nel rapporto citato, Another perfect storm?, avvertono come sia improcrastinabile intraprendere un’azione immediata per ridurre le emissioni e per evitare forti aumenti dei prezzi dei generi alimentari nel prossimo futuro:

«Anche se il rapporto speciale non entra in dettaglio […] mette in evidenza i circoli viziosi di cambiamenti climatici, conflitti, povertà e insicurezza alimentare che stanno lasciando milioni di persone altamente vulnerabili agli shock. Ciò rende ancora più fondamentale agire ora per ricostruire la sicurezza alimentare una base nuova e duratura. Non farlo significa procedere a occhi chiusi verso le crisi alimentari catastrofiche e sistematiche del futuro».