Le nuove povertà: l’insicurezza alimentare a Roma
Quando si parla di insicurezza alimentare, di alimentazione insufficiente, di difficile accesso al cibo, in genere pensiamo ai paesi in via di sviluppo, alle tragiche carestie africane. Eppure, la fame è anche in mezzo a noi, abitanti del primo mondo con un accesso apparentemente illimitato alle risorse alimentari e con uno spreco di cibo di milioni di tonnellate ogni anno.
Nel Lazio, secondo i dati Istat 2021, sono almeno 600.000 le persone che vivono in condizioni di povertà con «una forte diversificazione sociodemografica e una disparità della ricchezza tipica delle regioni in cui è presente una grande metropoli»
Rapporto La povertà alimentare a Roma, Francesca Benedetta Felici, Daniela Bernaschi, Davide Marino, Cursa, (pas)SAGGI, gennaio/aprile 2022.
Gli ultimi dati della Caritas riportano che il 14% dei romani è a rischio di povertà con notevoli differenze di reddito tra il I e il VI Municipio. Percentuale, tra l’altro, superiore a Torino, Firenze, Milano e Genova.
Enorme il divario tra centro e periferie come d’altronde è enorme il divario tra italiani e stranieri: i primi dichiarano in media poco più di 27.000 euro, i secondi non arrivano a 14.500. I contribuenti tra i 60 e i 74 anni con una media di 31.781 euro l’anno sono i meno svantaggiati in città mentre gli under 29 non arrivano a 10.000 euro annui con stipendi mensili inferiori ai 1.000 euro.
Inoltre, a Roma cresce la percentuale di giovani Neet (quelli che non studiano e non seguono corsi di formazione professionale): quasi il 20%. Quasi il 10% abbandona i percorsi di studio o formazione professionale.
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Rapporto La povertà a Roma un punto di vista